SÃO PAULO CALLING

Coordinatore del comitato scientifico. Progetto sviluppato da Stefano Boeri
IL PROGETTO
Dagli anni ’80, la liberalizzazione del mercato globale e l’espansione senza precedenti di molte città del mondo, hanno generato una così complessa dimensione metropolitana che molte amministrazioni pubbliche, locali e statali, sono state impossibilitante a pianificare e controllare la propria crescita. Molte grandi città, come San Paolo, Medellin, Nairobi e Mumbai, sono cresciute prevalentemente attraverso processi di espansione informali: una conseguenza diretta dell’incapacità delle politiche pubbliche di prevedere le mutevoli richieste urbane.
Tuttavia, questo fenomeno non è l’unico in grado di descrivere le dinamiche informali che hanno trasformato molte città negli ultimi 30 anni: Mosca, che si è sviluppata per molte decadi sotto lo stretto controllo dello stato, dal crollo del regime sovietico è diventata testimone di una serie di economie informali e trasformazioni fisiche che sono direttamente collegate allo sviluppo del capitalismo; Roma ha dimostrato di essere un sistema eccessivamente burocratico ma allo stesso tempo un esempio di accoglienza e di integrazione delle diversità.
Slum, favelas, bidonvilles, shanty towns…oggi, più di un miliardo di persone nel mondo vive in insediamenti informali e nei prossimi cinquanta anni se ne aggiungerà un altro mezzo miliardo. Oggi, la popolazione di San Paolo è di venti milioni, di cui tre milioni vive in insediamenti informali che sono cresciuti esponenzialmente nelle ultime decadi, invadendo tutto lo spazio disponibile in città.
Dal 2005, l’amministrazione di San Paolo ha deciso di assumersi il rischio di affermare che gli insediamenti informali e le favelas non sono una malattia degenerativa che colpisce le città contemporanee ma il risultato di migrazioni eccessivamente veloci e della incapacità del governo della città di confrontarsi con essa. Di affermare che le favelas sono una parte esistente della città. Questo approccio ha mostrato una nuova prospettiva nel governare la crescita urbana della città, il cui obiettivo non è più sradicare ed eliminare la parte informale della città, ma piuttosto, di migliorarla.
LE FAVELAS DI SAN PAOLO
I piani intrapresi negli ultimi anni dalla Secretaria Municipal de Habitaçao, a San Paolo, rappresentano un processo sperimentale scrupoloso, intrapreso giorno dopo giorno, un piccolo passo alla volta. Soprattutto esprimono una consapevolezza dell’anima del territorio e la convinzione che comprendere la complessità e la ricchezza umana di un luogo è il primo passo per un’azione politica correttamente calibrata.
LA CHIAMATA INTERNAZIONALE
Da gennaio a giugno 2012, un’esposizione itinerante nelle favelas di San Paolo ha analizzato le caratteristiche, le differenze e le motivazioni alla base degli insediamenti informali a Roma, Nairobi, Medellin, Mumbai, Mosca e Baghdad, descrivendo il lavoro e l’esperienza di ricercatori, architetti, attivisti e artisti che hanno lavorato a stretto contatto con le comunità residenti.
JORNADAS THE HABITAÇÃO
Lo stesso gruppo di ricercatori è arrivato a San Paolo e ha allestito sei workshop in sei favelas della città, con l’obiettivo di analizzare e comprendere la vita delle comunità che vivono lì e, lavorando con loro, sviluppare buone pratiche, idee e sogni.
Adottando l’atteggiamento che l’autogoverno dei bisogni e l’impresa indipendente e di base sono fattori fondamentali che dovrebbero essere incoraggiati per un soddisfacente intervento politico e urbano, da gennaio, ogni mese, una favela a San Paolo ha partecipato alle lezioni e alle discussioni promosse da ospiti.